Oggi vogliamo invitarvi ad una gita fuori porta, a sette chilometri da Savona e per la precisione nel comune di Bergeggi, sul promontorio di Torre del Mare. Partiamo alla scoperta di Torre d’Ere, antichissima costruzione a strapiombo su uno degli affacci più belli della costa ligure. Per raggiungere questo sito fascinoso bisogna seguire il passaggio obbligato che si snoda tra scalinate e gallerie all’interno di un complesso condominiale, frutto avvelenato della speculazione edilizia degli anni cinquanta/sessanta del secolo scorso, che ha trasformato il promontorio in un villaggio di seconde case. Superate, comunque, le barriere architettoniche, si viene ricompensati dalla suggestione del luogo. La Torre, mozzata, è davanti a noi, stagliata sul blu del cielo e del mare, accarezzata dal vento e dai pini marittimi.
Si tratta della sezione inferiore di una torre quadrangolare di avvistamento che risale all’epoca romana e conserva un fascino romantico, decadente, da Grand Tour. Pietre dirute, contesto agreste-marino, chissà se Lord Byron o qualche altro viaggiatore sette-ottocentesco si sono beati di questo angolo pittorico del Bel Paese? La Storia è passata di qui e ha lasciato le sue tracce, indissolubilmente legate alla bellezza del paesaggio.
I Liguri furono l’ultima popolazione italica ad essere sottomessa da Roma – la data ufficiale è quella del 180 a.C. – e il loro territorio, così strenuamente difeso con l’aiuto dei Galli e dei Cartaginesi di Annibale, divenne la IX Regio. Anche dopo tale data non mancarono le insurrezioni di questo popolo fiero che in qualche occasione preferì il suicidio collettivo alle deportazioni messe in atto da Roma come extrema ratio nei confronti degli irriducibili. Infatti Plinio fa risalire al 7 a.C. la completa pacificazione delle tribù liguri (vedi Trofeo delle Alpi alla Turbia, eretto in onore di Augusto). Quindi, tra l’una e l’altra data, altri centosettantatré anni di guerriglia!
Per tornare alla Torre, quella d’Ere ricalca lo schema delle torri costiere di avvistamento romane.
Pianta quadrangolare dicevamo, muri in pietra a secco con finiture in laterizio, presenza di aperture significative solo sul lato a monte, una linea evidente all’altezza della base del varco principale che ricorda con ogni probabilità la presenza di una balconata da cui era possibile all’occorrenza gettare liquidi bollenti e pietrame sugli assalitori. Non ci si può impedire di provare ad immaginare la vita delle piccole guarnigioni che si sono avvicendate nel presidio. Era un’esistenza tutto sommato serena, lontana dalle grandi battaglie, dai limes costantemente sotto la pressione dei barbari o prevalevano le paure, le privazioni, di chi era costretto a vivere imprigionato in spazi angusti nell’attesa di un nemico magari mai arrivato, in quel clima ossessivo descritto magistralmente da Buzzati nel Deserto dei Tartari? A voi la risposta.
Questo è lo spettacolo naturale di cui si può godere dalla base della Torre.
L’Isola di Bergeggi (Insula Liguriae per i Romani) domina la scena con il verde brillante della vegetazione incastonato nel blu profondo delle acque della Riserva Naturale Regionale di Bergeggi.
Sull’Isola sono presenti i resti di un’altra antica torre circolare – probabilmente usata come faro a beneficio del porto della vicina Vada Sabatia – che interagiva con Torre d’Ere nel controllo del territorio e nell’avvistamento dei pericoli provenienti dal mare. Altri resti, di cui parleremo in un prossimo articolo, si rifanno al monachesimo altomedievale.
La macchia mediterranea che circonda Torre d’Ere stordisce con i suoi aromi pungenti. Siamo all’interno del Sentiero Botanico di Bergeggi e qui il timo, la ginestra, il lentisco, il mirto, la fanno da padroni. Un profumo selvaggio che vi resterà nei capelli, sulla pelle, nelle narici e nell’animo, quando deciderete di tornare a casa.