Savona balneare ieri e oggi
Estate 2021, ripartenza col botto! A dire il vero, già la scorsa stagione estiva aveva fatto registrare successi che la pandemia suggeriva improbabili. Quest’anno pare di essere tornati a una normalità insperata, normalità che non deve far perdere di vista le giuste misure precauzionali ancora necessarie in tutto il mondo. Comunque, anche ad onta delle difficoltà determinate dalla situazione delle autostrade, la stagione è stata eccezionale. I numeri sono da record!
E se invece di concedere spazio alle parole, lasciassimo parlare le immagini? Ve ne proponiamo alcune.
Nella nostra regione la balnearità ha radici antiche, molto più che in tante altre. Dove andavano a villeggiare, a “prendere un bagno” i bis-bisnonni? Se non in Costa Azzurra, in Liguria, ovviamente! Avevano dato il via i Savoia, la Regina Margherita per la precisione, innamorata di Bordighera, dove aveva soggiornato a lungo e concluso la sua vita terrena. E forse prima ancora i viaggiatori inglesi, i poeti-nuotatori, in pieno romanticismo, innamorati della Liguria, sprezzanti del pericolo connesso all’affrontare con la carrozza strade a strapiombo su incantevoli paesaggi, adatte quasi solo agli zoccoli dei muli. Alcune antiche stampe ed ex voto documentano terribili incidenti che non scoraggiavano peraltro gli ardimentosi.
Quello che riportiamo di seguito è un frammento del diario di viaggio, datato 1869, del gesuita padre Bresciani, che descrive con vivacità la sue disavventure sulle strade liguri ottocentesche. “Oltre Finale, eccoti a rubarci tante delizie una montagnaccia erta, scoscesa, con istrade bitorzolute e fatte come si dipingono le saette. Fa paura il dire: io debbo montare fin là su, e quello che più fa ribrezzo si è il vedere dal piede le carrozze che giù scendono, e sembra che debbano precipitare nel mare.”
Anche i nobili russi avevano scelto la Liguria ed eletto Sanremo quale seconda patria, ben prima di essere costretti a fuggire dalle ire dei rivoluzionari. A Savona e provincia il turismo balneare aveva fatto la fortuna di località come Varazze, già dalla metà dell’Ottocento, e di Spotorno, Albisola, Celle Ligure, solo per citarne alcune, in epoca più recente. Ma su queste date non possiamo che essere approssimativi, e siamo certi che qualcuno insorgerà dicendo “no, noi abbiamo iniziato per primi!” Come sempre, chi volesse dare il suo contributo, è bene accetto.
Anche i Savonesi, quelli di città, amavano il loro mare e ne godevano volentieri il refrigerio, senza dimenticare le potenzialità di sviluppo economico. Interessante il progetto, datato 1809, che prevedeva l’installazione di uno stabilimento a est della Chiesa di Santa Lucia, progetto che non fu realizzato per ragioni che non conosciamo, ma che dimostra una già esistente attenzione all’argomento. In piena epoca napoleonica la città stava vivendo, dopo la lunga stagnazione derivata dalle distruzioni operate dai Genovesi nel XVI secolo, un periodo di rinascita sotto la guida del Prefetto del Dipartimento di Montenotte, Gilbert Chabrol de Volvic.
Intorno al 1830 è documentata la presenza dei Bagni della Torre di Sant’Erasmo, in area adiacente al porto, dedicati alle signore, all’epoca infatti ci si bagnava rigorosamente separati, almeno sulla carta, visto che esistono numerose testimonianze che documentano la sollecitudine delle autorità nel reprimere le infrazioni. Nella seconda metà del secolo il turismo balneare esplose, in città nel 1868 era arrivata la ferrovia e con essa la facilità di raggiungere le spiagge per chi proveniva dalla pianura padana.
Alcune suggestive porzioni di costa rocciosa, a un passo dal centro, a picco su deliziose piccole spiagge, successivamente stravolte da uno sviluppo industriale tumultuoso e poco lungimirante, ospitavano strutture dove i ricchi lombardi, piemontesi, svizzeri, godevano i benefici della talassoterapia. Parliamo, ad esempio, della località Miramare che avrebbe dato il nome all’Albergo omonimo con il suo stabilimento balneare privato.
Eccolo l’Albergo Miramare, un bell’edificio in stile Liberty che l’architetto savonese Alessandro Martinengo dotò nel 1904 di uno spettacolare loggiato panoramico, completando la struttura già esistente. Prima del Miramare e contemporaneamente allo stesso, altri alberghi cittadini si erano aggiudicati parti di quel tratto di costa così bello, l’ Albergo Reale ad esempio, con il suo padiglione citato in entusiastiche recensioni del 1880, l’Hotel de Rome e l’Albergo Svizzero, il primo ad aprire nel 1866 un vero stabilimento balneare, anzi, balneario, come si diceva allora.
Tutte queste strutture risentirono della crisi innescata dalla Grande Guerra e della vicinanza di impianti industriali installati con criterio discutibile nel tratto più bello della costa, avviandosi malinconicamente al declino, sostituite, alcuni anni dopo, da un nuovo stabilimento, meno elitario, il Paradiso.
Nel frattempo, dal 1880 in poi, altre porzioni del litorale savonese avevano iniziato a essere dotate di impianti dedicati alla balneazione, dalle pendici della Fortezza del Priamar verso ovest, sino alla foce del torrente Letimbro e oltre, lungo la Strada degli Arenili. Per sostenere e incrementare l’attività turistica, a fine Ottocento fu costituito il “Comitato dei festeggiamenti balneari” che diede vita a una serie di manifestazioni pensate per allietare il soggiorno dei furesti.
Rimane da menzionare il più famoso e iconico padiglione balneare, il Wanda – ancor più noto come café chantant – che dal 1902, anno dell’inaugurazione, divenne per circa vent’anni il fulcro del divertimento dei savonesi e degli ospiti. Vittima illustre del piano regolatore che assegnava quell’area al Prolungamento a mare dei giardini pubblici.
Il seguito è storia recente, nota a tutti, che ha visto, con la pausa tragica della Seconda Guerra Mondiale, esplodere il fenomeno del turismo balneare di massa. Un fil rouge dunque, che unisce gli albori ottocenteschi dei bagni marini alla Savona di oggi, che si rivolge sempre più, con le sue Bandiere Blu, al ruolo da protagonista in tema di turismo che le spetta.
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