L’autunno da queste parti è una stagione magica. Le belle giornate – e non sono poche – regalano occasioni imperdibili per godersi il mare e il sole come e meglio che in estate, nel silenzio e con gli spazi a disposizione garantiti dal limitato afflusso di turisti. Anche il nostro entroterra, forse non conosciuto come merita, propone suggestioni, panorami e sapori imperdibili. Perché il verde, che sfuma nell’azzurro delle onde, e il bosco a Savona sono proprio alle spalle della spiaggia, così come accade quasi ovunque in questa nostra Liguria stretta tra i monti e il mare.
A proposito di verde, di monti a picco sul mare, una pillolina di storia ci sta? Eccola qui .
Nei secoli che furono, per i nostri antenati, l’avveduto utilizzo del bosco demaniale era questione molto seria. Nel Medioevo il bosco o foresta di Savona era un vero soggetto giuridico e comprendeva il bosco di Cadibona e quello delle Tagliate, un’estensione di tutto rispetto ricoperta da una fittissima vegetazione, di cui il neonato Libero Comune era venuto in possesso tra il 1191 e il 1192 con l’acquisto dal marchese Oddone del Carretto.
L’utilizzo della foresta era regolato fin dal Duecento da norme severe che furono ribadite e ampliate nei secoli successivi. Nessuno poteva, se non autorizzato, utilizzare il legname, a eccezione di maestri d’ascia e bottai, in misura limitata e strettamente legata all’attività professionale. Stessa cosa per il pascolo e l’utilizzo di ogni altra risorsa. Il Comune nominava e stipendiava quelli che potremmo definire i precursori delle guardie forestali, incaricati della sorveglianza e sorvegliati essi stessi al fine di spegnere sul nascere ogni velleità di uso personale del bene pubblico.
Non mancavano comunque i trasgressori che, sorpresi all’interno dell’area proibita senza un valido motivo, passavano di sicuro un brutto quarto d’ora in balia delle guardie che godevano di larga discrezionalità nella scelta della punizione da applicare ai malcapitati. Gli stranieri – e per stranieri all’epoca si intendevano anche i limitrofi Cairesi o Altaresi – ai quali l’accesso era del tutto vietato, ove scoperti a transitare o peggio ancora a prelevare legname, venivano multati fino all’importo di 25 lire (che all’epoca non erano poche) e sottoposti al sequestro degli animali da soma eventualmente al seguito.
Nel 1528, dopo la soppressione del Libero Comune ad opera dei Genovesi, il bosco passò nella disponibilità di Genova e lì restò fino all’epoca napoleonica, nonostante i ripetuti tentativi di Savona di tornarne in possesso in sede giudiziaria. Al XVI secolo risale anche l’inizio del depauperamento del territorio, troppo spesso concesso in enfiteusi e sottoposto a disboscamento per fini privati. Nell’Ottocento, sotto il governo sabaudo, fu ricompreso definitivamente nel demanio statale con una discutibile sentenza (anche se le sentenze non si discutono) che poneva la parola fine alla plurisecolare querelle.
Ma torniamo ai giorni nostri. Non tutti sanno che la Liguria, con il settanta per cento del territorio coperto da foreste, è la regione più boscosa d’Italia e del bosco ha tutte le migliori prerogative, a cominciare dai funghi, presenti nella provincia di Savona in più di ottocento specie. E che funghi! Come sempre rischiamo di essere accusati di parzialità, ma riteniamo che il profumo dei nostri funghi – che beneficiano del terreno magro concentrando i sapori e delle brezze marine che raggiungono il sottobosco regalando quel certo non so che in fatto di aroma – sia particolarmente intenso e invitante. Avete presenti quei bellissimi porcini che si trovano al supermercato e spesso anche nei negozi di quartiere, quelli talmente perfetti da sembrare usciti dalle pagine di un libro per bambini? Quelli che, presi in mano e annusati, non sanno proprio di niente? Provengono quasi sempre dall’est Europa e hanno all’attivo lunghi percorsi nei camion frigorifero e ormai del fungo hanno solo le sembianze. Ebbene, i nostri non sono così, magari a volte (raramente!) sono bruttini, ma dotati di un aroma intenso da stordire che trasferiscono generosamente alle pietanze di cui sono l’elemento di spicco. Nella nostra provincia, località come Sassello, Calizzano, Bardineto solo per citarne alcune, vantano fama e produzione consolidate, attirando ogni anno frotte di appassionati cultori del porcino, ma un po’ dappertutto, nelle annate favorevoli, queste meravigliose muffe o simil-muffe nascono per la gioia degli estimatori. Non solo porcini, ma anche ovuli, sanguini, mazze da tamburo, finferli, colombine …
Le sagre non mancano di certo, frequentatissime, così come non mancano i ristorantini di nicchia che propongono menù dove il fungo la fa da padrone, dall’antipasto al dolce, ad esempio il gelato, nelle sperimentazioni di giovani chef ardimentosi.
E le castagne? Niente descrive l’autunno come una bella castagna, lucida, ambrata come un mobile di pregio. Non è necessario spingersi chissà dove per trovare sagre, caldarroste, castagnaccio, farine, frutti freschi e secchi e ogni genere di conserva. I nostri boschi, a un passo dal mare, sono produttori generosi di castagne ed è bellissimo andare a cercarsele da sé, scostare le foglie secche per trovare i ricci spaccati caduti sotto gli alberi e raccoglierli, con la dovuta cautela! respirando a pieni polmoni il meraviglioso profumo del sottobosco autunnale, misto a quello selvaggio del mare non lontano.
E i tartufi? Eh sì, abbiamo anche quelli! Soprattutto la bassa Valbormida, con le sue brume suggestive (ma è di una decina di anni fa il rinvenimento, che ha dell’incredibile, sotto un vecchio pino, di un chilogrammo circa di Tuber aestivum, il tartufo nero estivo, nel giardino di un hotel di Rapallo, durante lavori di giardinaggio) è produttrice di tartufi di pregio, sua maestà il tartufo bianco pregiato, ma anche il nero pregiato, il bianchetto o marzuolo e lo scorzone.
Imperdibile la Festa nazionale del tartufo che ogni anno a fine settembre, nel comune di Millesimo, attira compratori ed espositori da ogni dove.
E le bacche autunnali? I meravigliosi corbezzoli,ad esempio, belli da vedere e ottimi da mangiare, signori indiscussi della macchia mediterranea?
Una delle esperienze più suggestive è quella di andar per boschi, come cercatori o semplici amanti delle passeggiate nella natura, scorgendo in basso, ai piedi di vertiginose pendici, il mare che ancora luccica e attira, in barba al calendario. Una fusion di sensazioni apparentemente inconciliabili che non può lasciare indifferenti. Venite a provare.