10 buoni motivi per amare IL MARE D’INVERNO

Il mare d’inverno, cos’è? Uno stato mentale? Indotto forse. O forse no. Difficile capire se le nostre emozioni risultino condizionate dalla percezione di quello che ci circonda o se non siano proprie loro a influire sul paesaggio, in questo caso marino. Comunque, al di là degli arzigogoli mentali, noi amiamo il mare d’inverno e abbiamo dieci buoni motivi per farlo.         

Ecco il primo!

Avendo avuto l’immeritata fortuna di nascere in una splendida città di mare, era inevitabile. Vista la relativa brevità della stagione estiva, come non imparare ad apprezzare il mare durante il lungo sonno di madre natura, che in realtà qui non dorme mai? Succede di solito quando si è ancora molto piccoli e si va sulla spiaggia per correre dietro a un pallone insieme agli amici (che fatica!) e ci si rende conto all’improvviso che la scena se la accaparra lui, il mare, sempre diverso di momento in momento, distraendo dal gioco anche i più accaniti aspiranti calciatori.

Il secondo.

Fa bene alla salute. Un pomeriggio trascorso sulla riva, soprattutto quando il vento teso da sud è intriso del profumo salmastro dello iodio, è meglio di qualunque aerosol. Le tonsille esultano, la tiroide ringrazia, i turbinati la smettono di turbinare.

Passiamo al terzo.

Sorprende con giornate quasi estive. E non solo a dicembre, ma anche a gennaio, a febbraio, quando altrove la cappa di piombo della brutta stagione pare non dare tregua. Sorprende perché magari il giorno prima pioveva e poi, di colpo, eccola la giornata simil-estiva, con temperatura da vacanza low cost, cielo blu e mare che brilla, piatto e invitante sotto il sole. Il popolo degli appassionati della tintarella esce in massa e raggiunge le spiagge armato di ciabattine e spray protettivo. Si tratta di esperti che conoscono i luoghi migliori, riparati dalla brezza e dagli sguardi indiscreti, oppure sfacciatamente en plein air, per esporsi al sole come in piena estate. Qualcuno osa un tuffo, i pescatori piantano la canna nella sabbia e aspettano, pazienti, un pesce che probabilmente non abboccherà, ma poco importa.

Il quarto.

Sviluppa il desiderio di mettersi alla prova. E’ il caso del “Cimento”, manifestazione che ogni anno coinvolge decine di scriteriati che si tuffano nell’acqua gelida e, dopo una breve nuotata, riemergono intirizziti dichiarando al giornalista infagottato in piumino, sciarpa, guanti e colbacco, che “non è per niente fredda”. Pare sia stata ormai certificata la funzione terapeutica di questa spartana abitudine e non c’è motivo di dubitarne visto che l’età dei partecipanti – da zero a cento o giù di lì – non lascia dubbi sull’efficacia del trattamento.

Quinto.

Regala fenomenali mareggiate. Certo, il mare in tempesta, soprattutto negli ultimi anni, quando gli effetti degli sconvolgimenti climatici hanno cominciato a farsi sentire, ha creato non pochi problemi e danni ingenti. Ma, che spettacolo! A distanza di sicurezza sulla spiaggia o sulle passeggiate, è bellissimo stare a osservare una delle manifestazioni più emozionanti che la natura possa donarci.

Ed ora il sesto.

Ha ispirato e continua a ispirare gli artisti. Pittori, poeti, narratori, cineasti, fotografi, quanti hanno ceduto al fascino sottile del mare d’inverno e hanno saputo trovare le parole, o le pennellate, o i fotogrammi giusti per consegnarci la loro emozione e condividerla con noi.

Omaggio a “I Vitelloni” di Federico Fellini.

Il settimo.

Offre a uno sguardo attento una stupefacente tavolozza di colori. Non quelli, peraltro incantevoli, della bella stagione, ma qualcosa di … raffinatamente malinconico! La gamma dei grigi declinata in infinite sfumature felliniane, quella dei blu nordici, i verdi metallici e cupi. E poi i bruni e gli ocra, quando i torrenti infuriati trascinano in mare i loro sedimenti e creano correnti dai margini regolari, quasi dei fiumi marini d’acqua dolce che rifiutano di mescolarsi con quella salata.

L’ottavo.

Consente di rivalutare un rapporto potenzialmente conflittuale con i gabbiani. Che non sono i soliti caciaroni disturbatori della quiete pubblica, opportunisti abitatori di location non appropriate e occasionali ladri di panini al prosciutto. I gabbiani d’inverno tornano a essere gabbiani. Razzolano sulla spiaggia vuota camminando avanti e indietro con fare da padroni, galleggiano placidi come ochette di plastica, oppure volteggiano in alto, in gruppo o solitari, simili a fogli di giornale portati in tondo dal Libeccio. Tornano ad abitare le scogliere e da lì gracchiano in coro la loro sfida al mondo. Protagonisti assoluti della scena marina invernale, eccoli impegnati ad accompagnare un amore nella poesia di Angel Gonzalez.

Two European herring gulls (Larus argentatus) on clifftop at seabird colony in spring, Scotland, United Kingdom. (Photo by: ARTERRA/Universal Images Group via Getty Images)

“Sono i gabbiani, amore.
I lenti, alti gabbiani.
Il mare d’inverno. L’acqua grigia
macchia fredda gli scogli.
Le tue gambe, le tue dolci gambe,
commuovono le onde.
Un cielo sporco si rovescia
sul mare. Il vento cancella
il profilo dei crinali
di sabbia. Le noiose
pozze di sale di freddo
copiano la tua luce e la tua ombra.
Qualcosa grida, lassù,
ma tu non ascolti, assorta.
Sono i gabbiani, amore.
I lenti, alti gabbiani.”

Il nono.

Il mare invernale è prodigo di doni. Quasi introvabili, da anni, le conchiglie, che un tempo erano numerosissime sui nostri arenili, l’attenzione dei collezionisti si è spostata su altri materiali portati dall’acqua. Sassi e sassolini dalla forma tondeggiante, vetri smerigliati da infiniti rotolamenti sulla sabbia  che rifrangono i raggi di luce, materiali preziosi per coloro che intendono ricavarne curiose sovrapposizioni in precario equilibrio. Autentica beach art all’insegna del minimalismo più stretto, spesso destinata a rendere accattivante una foto da pubblicare su Instagram. Ricercatissimi anche tronchi e radici sbiancati dal sale dai quali esperti bricoleur ricavano tavolini o lampade. Per non parlare di quanti, un po’ meno animati dal sacro fuoco dell’arte, setacciano la sabbia muniti di metal detector alla ricerca di bracciali e orecchini persi durante l’estate.

Il decimo.

‘E palanche! Il mare d’inverno costa meno. E visto che “mala tempora currunt” non è cosa da poco.

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